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20.7.2012. De Machaut e Hilliard a Milano

Ieri sera, nella basilica di San Simpliciano, l’Hilliard Ensemble ha tenuto un concerto con in programma la Messe de Notre Dame di Guillaume de Machaut, frate francese nato nel 1300. La Messe de Notre Dame è nota per esser stata la prima messa integralmente attribuibile ad un singolo e certo compositore, oltre ad essere stata la prima integralmente a tre voci (per le quattro voci si sarebbe dovuto attendere Guillaume Dufay, qualche tempo addietro).

Pensavo ci trovassimo in una ventina di persone; in realtà San Simpliciano, chiesa piuttosto ampia, era piena. Avanzavano forse una decina di sedie verso il fondo. Il pubblico è stato in silenzio ed attento per la durata del concerto (circa un’ora e tre quarti), malgrado il repertorio, affascinante certamente, non fosse dei più facili.

La messa è stata inframmezzata da responsori di autori anonimi, probabilmente tratti dai canti processionali di Santiago de Compostela.

Quel è certo è che l’Hilliard Ensemble ha dimostrato di essere sia vocalmente, che nel gioco d’insieme, ai massimi vertici odierni. Non un attacco errato, intonazione perfetta, voci sufficientemente potenti da poter essere ascoltate senza sforzo alcuno in ogni angolo della chiesa, anche il più remoto e soprattutto una dizione chiara (con qualche concessione a quello che io chiamo il latino tedesco, ovvero il benedicimus che diventa benedizimus). Forse stilisticamente avrei gradito qualche mordente in più sulle note acute, in omaggio all’arte araba che ai tempi aveva una sua forte influenza sulla cultura musicale continentale. Ma francamente, come si suol dire, “grasso che cola”.

Alla fine del concerto, quale bis e forta della sua collaborazione ormai lunga con il compositore lettone Arvo Part, l’Hilliard ci ha regalato un’anteprima di una composizione del buon Part, dimostrando, semmai ce ne fosse bisogno, che loro “sanno” come si affronta il repertorio moderno: perfetti nell’intonazione delle dissonanze tipiche del Part vocale, perfetti nei pianissimo, perfetti nei forte. La standing ovation finale ha dimostrato che il pubblico ha gradito.

Un grande concerto, con un repertorio poco frequentato, con un gruppo di rinomanza mondiale e il tutto per 10,00 €. La stagione di concerti Milano ArteMusica regala momenti di grande bellezza, il tutto a prezzi assolutamente sopportabili. 

Qui una foto dell’Hilliard fatta ieri sera, a fine concerto, con un “infltrato” (a dire il vero sono due, che ci sono anch’io, ma ero vestito di nero, come si conviene ad un ex cantante e sono un po’ mascherato nel gruppo).

A presto
Domenico

20.7.2012. De Machaut e Hilliard a Milano

Ieri sera, nella basilica di San Simpliciano, l’Hilliard Ensemble ha tenuto un concerto con in programma la Messe de Notre Dame di Guillaume de Machaut, frate francese nato nel 1300. La Messe de Notre Dame è nota per esser stata la prima messa integralmente attribuibile ad un singolo e certo compositore, oltre ad essere stata la prima integralmente a tre voci (per le quattro voci si sarebbe dovuto attendere Guillaume Dufay, qualche tempo addietro).

Pensavo ci trovassimo in una ventina di persone; in realtà San Simpliciano, chiesa piuttosto ampia, era piena. Avanzavano forse una decina di sedie verso il fondo. Il pubblico è stato in silenzio ed attento per la durata del concerto (circa un’ora e tre quarti), malgrado il repertorio, affascinante certamente, non fosse dei più facili.

La messa è stata inframmezzata da responsori di autori anonimi, probabilmente tratti dai canti processionali di Santiago de Compostela.

Quel è certo è che l’Hilliard Ensemble ha dimostrato di essere sia vocalmente, che nel gioco d’insieme, ai massimi vertici odierni. Non un attacco errato, intonazione perfetta, voci sufficientemente potenti da poter essere ascoltate senza sforzo alcuno in ogni angolo della chiesa, anche il più remoto e soprattutto una dizione chiara (con qualche concessione a quello che io chiamo il latino tedesco, ovvero il benedicimus che diventa benedizimus). Forse stilisticamente avrei gradito qualche mordente in più sulle note acute, in omaggio all’arte araba che ai tempi aveva una sua forte influenza sulla cultura musicale continentale. Ma francamente, come si suol dire, “grasso che cola”.

Alla fine del concerto, quale bis e forta della sua collaborazione ormai lunga con il compositore lettone Arvo Part, l’Hilliard ci ha regalato un’anteprima di una composizione del buon Part, dimostrando, semmai ce ne fosse bisogno, che loro “sanno” come si affronta il repertorio moderno: perfetti nell’intonazione delle dissonanze tipiche del Part vocale, perfetti nei pianissimo, perfetti nei forte. La standing ovation finale ha dimostrato che il pubblico ha gradito.

Un grande concerto, con un repertorio poco frequentato, con un gruppo di rinomanza mondiale e il tutto per 10,00 €. La stagione di concerti Milano ArteMusica regala momenti di grande bellezza, il tutto a prezzi assolutamente sopportabili. 

Qui una foto dell’Hilliard fatta ieri sera, a fine concerto, con un “infltrato” (a dire il vero sono due, che ci sono anch’io, ma ero vestito di nero, come si conviene ad un ex cantante e sono un po’ mascherato nel gruppo).

A presto
Domenico

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